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Monte Sante Marie è il frutto di una stratificazione
architettonica, agronomica, naturalistica e culturale lunga oltre mille
anni. Nel borgo, nella Tenuta e nel circondario i segni di tutto questo
abbondano.
Dal primo punto di vista, Monte Sante Marie è una sorta di
libro aperto di architettura militante:
fondazioni altomedievali che affiorano dai sotterranei; porzioni delle
mura castellane e delle strutture difensive (rimaste nonostante i numerosi
assedi e le numerose distruzioni subite dal castello tra il XII e il XVI
secolo) ancora esistenti (compreso un bastione dal contenuto misterioso);
tunnel, in parte praticabili, che traforano il sottosuolo e collegano
tra loro gli edifici; case da signore e case coloniche di
tutte le dimensioni, compresi molti edifici vincolati dalla Soprintendenza
per il loro pregio; un ex castello-sede templare-commenda dellOrdine
di Malta dalle vicende oscure e dalla posizione straordinaria.
E poi laffascinante storia della conversione del Monte
da borgo fortificato a fattoria: un percorso che ancora oggi dà
sorprese, con la scoperta di strutture perdute, spazi occultati, strade
dimenticate.
Monte Sante Marie è insomma lesempio tangibile
delle secolari, progressive modalità di adattamento architettonico
di un insediamento in funzione delle diverse vicende storiche, economiche
e sociali via via sopravvenute. Non a caso il borgo è oggetto di
un numero sempre maggiore di studi, ricerche e tesi di laurea.
Arte: basti dire che lolio su tavola della Madonna con Bambino di
Sano di Pietro, maestro del 400
senese, ora conservata nella collezione di arte sacra di Asciano, proviene
dalla chiesa di San Bartolomeo in Monte Sante Marie. Ove, nella nicchia
centrale maggiore, è ancora presente la scritta restaurato
nel 1582. E se un decennio di abbandono e saccheggi hanno privato
il borgo di moltissimi dei suoi oggetti darte (dai capitelli ai
dipinti, dalle argenterie ai mobili depoca, dalle antiche campane
in bronzo ai gessi), i dintorni restano testimonianza di una committenza
artistica ininterrotta: lantichissima pieve romanica di San Vito
(attestata come vetusta già nel 715, quando era lunica
nel comprensorio dotata di fonte battesimale), labbazia di Monte
Oliveto Maggiore (con gli affreschi del Sodoma e del Signorelli), i tesori
di Asciano (la Basilica, il Museo di Arte Sacra, il Museo Etrusco, il
delizioso Museo Cassioli dedicato alla pittura dell800, e lo stupefacente
Palazzo Corboli, il contenitore di imminente apertura, con
affreschi del Lorenzetti.
Ma Monte Sante Marie è anche fonte di ispirazione per gli artisti
contemporanei, che qui sono di casa e lasciano spesso il loro segno, da
George Schneeman a Massimo Giannoni,
da Erwin Eberl a Piergiorgio Balocchi.
E poi i fotografi: la Tenuta e il Monte sono una fonte inesauribile di
suggestioni e reportage
Natura: le Crete Senesi, con il loro paesaggio lunare, i calanchi
e le biancane, frutto del dilavamento del suolo argilloso, sono uno degli
ultimi paradisi naturalistici veramente intatti della Toscana. Larea
di Monte Sante Marie in particolare, inserita allinterno di una
zona protetta per il ripopolamento della fauna selvatica, offre
emergenze ambientali e florofaunistiche eccezionali. E comune lincontro,
anche sulla strada, di caprioli, istrici,
tassi, volpi, cinghiali, lepri, scoiattoli. In cielo volano gli aironi,
le poiane, i fagiani, le upupe, i
falchi, le tortore, i colombacci, gli storni e i germani. LOmbrone
è popolato di barbi, cavedani, tinche, capre, lasche. In molti
punti remoti è tornato ad allignare il lupo, sintomo di un equilibrio
ecoambientale perfetto.
Allinterno della Tenuta, un percorso pedonale
ed escursionistico segnalato guida attraverso il luoghi più
significativi del territorio, portando i visitatori alla scoperta di angoli
di campagna altrimenti irraggiungibili

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